Cospicuo risarcimento agli eredi del militare di Partanna, Pietro Buscetta, catturato dopo l’8 settembre del 1943 dai Nazisti

PARTANNA – A seguito della sentenza del Tribunale di Sciacca del 30 marzo scorso, il giudice monocratico Giorgia Cotroneo ha decretato il pagamento di 80.000 £ da imporre alla Repubblica Federale di Germania, quale governo successore del Terzo Reich.
Pietro Buscetta, di origini partannesi, prese parte, come allievo finanziere di terra appartenete al XIV Battaglione Mobilitato, all’operazione di guerra che nel 1943 portò alcuni militari italiani al confino lungo i Balcani. In seguito all’Armistizio dell’8 settembre 1943, il Battaglione cessava di essere mobilitato ed i militari avrebbero dovuto fare rientro a casa, sfortunatamente alcuni di loro, tra cui Buscetta, vennero catturati in territorio italiano dalle autorità tedesche e deportati in un campo di detenzione in Germania. Pietro Buscetta, in quel periodo, fu privato della libertà, sottoposto ad uno stato di schiavitù, costretto ad usuranti lavori, percosso e tenuto in condizioni igieniche disumane. Nell’emanazione della sentenza è stata determinante la testimonianza del nipote Raimondo Savarino che, attraverso i racconti dello zio, ha descritto le vicissitudini che Buscetta passò in quel tragico periodo storico. Il Tribunale di Sciacca per le motivazioni descritte dai familiari del militare ha ritenuto fondato l’atto di citazione presentato dall’avvocato partannese Vito Passalacqua (nella foto sopra), in rappresentanza dei quattro figli di Buscetta, e ha considerato il trattamento subito dal militare di Partanna un «crimine di guerra e contro l’umanità, lesivo dei diritti inviolabili della persona». A proposito della sentenza l’avvocato Passalacqua ha dichiarato: “A prescindere dal risultato positivo ottenuto, sono felice soprattutto di aver difeso i diritti di una vittima di efferati crimini di guerra. Ringrazio i familiari di avermi concesso l’opportunità e l’onore di svolgere il mio ruolo di avvocato a tutela, ancorché tardiva e risarcitoria, di diritti fondamentali quali la libertà e la dignità dell’essere umano”.
Stefano Caruso


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