Cucina come elemento pacificatore se non risolutore di piccoli screzi in una coppia

BOLOGNA – Nell’ambito della rassegna “I sensi della cucina” del Gruppo Arisbar si parla a Bologna di cucina come elemento pacificatore se non risolutore di piccoli screzi in una coppia.

La cucina di per sé è un luogo dove si intrecciano tutti i legami affettivi, familiari e amicali; in cucina ci si incontra, ci si scambia, ci si scontra. Ed è qui che parole, cibo e desiderio si mescolano e le attrazioni si incarnano attraverso i gesti del cucinare e del mangiare.

Cibo come gesto d’amore dunque: cucinare per la persona amata può essere un segno d’affetto, un modo di prendersi cura, ma anche per stuzzicare la passione. Dall’attenzione per la scelta degli alimenti, alla preparazione dei cibi stessi; dall’invito in un luogo così “intimo” come la cucina di casa, alla scelta posta verso l’apparecchiatura non casuale, fino alla condivisione e allo scambio di cibo.

Così come cucinare insieme può essere un’ideale modalità per creare complicità, preparare e manipolare i cibi, scambiarsi assaggi. Essere complici nella scelta dei piatti può essere stimolante per l’amore, ma anche per la libido.

E in questo senso il cibo diviene preliminare alla passione: parlando e raccontandosi mentre si avvicinano bevande e cibi alla bocca, come se si cercasse di gustare il primo bacio ancora prima che accada.

Cibo quindi anche come modalità di riappacificazione: stupire facendo qualcosa di diverso dalla “solita minestra”.

Per riaccendere la passione oggi (28 maggio), infatti, a Bologna si parla anche di Cooking Therapy, “stuzzicante terapia che si pratica, in due, tra i fornelli”. Preparazione del cibo, come possibilità di dare sfogo alla propria creatività, creando, o ritrovando la complicità perduta.


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