Cyberbullismo: l’Asp ha presentato i risultati di un progetto pilota

PANTELLERIA – L’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, nell’ambito delle specifiche azioni socio-sanitarie rivolte all’infanzia, all’adolescenza ed alla famiglia, ha promosso nei territori dei sei Distretti socio-sanitari della provincia il progetto “Ri_Medi@, digitare, smartphone e social network nella vita delle ragazze e dei ragazzi”.

Così si sono volute affrontare emergenze sempre più importanti del periodo dell’adolescenza, come l’uso irresponsabile o inconsapevole dei nuovi media, fino all’uso scorretto di questi strumenti, con comportamenti che vanno dal cyberbullismo, fino al sexting, a causa di una precocizzazione dell’uso di internet e della sessualità.

Il progetto pilota, predisposto con la collaborazione dell’Istituto omnicomprensivo statale Istruzione secondaria e del Circolo didattico “Angelo Daietti” è partito a Pantelleria, vedendo coinvolti 160 studenti e 50 genitori, e attraverso l’azione di supporto degli educatori e dei sanitari si è lavorato per far emergere la loro consapevolezza sull’uso dei social media.

Per nove mesi l’équipe di esperti dell’Asp, coadiuvati dagli insegnanti, si sono relazionati con gli studenti, confrontandosi, ascoltando, analizzando, proponendo azioni di conoscenza e consapevolezza rispetto al tema del comportamento in rete.

Le conclusioni sono state presentate, in tre giornate, alla presenza del direttore generale dell’ASP Fabrizio De Nicola, a cui hanno preso parte anche il direttore amministrativo dell’ASP Walter Messina, il direttore sanitario del distretto di Pantelleria Luca Fazio, la responsabile del dipartimento salute mentale dell’ASP Giovanna Mendolia, l’assessore comunale Graziella Pavia e le istituzioni scolastiche locali.

“Su Internet i ragazzi – ha detto De Nicola – comunicano con gli altri, apprendono cose, costruiscono la propria identità sociale. Ma anche inseguono relazioni sentimentali, costruiscono amicizie, sperimentano la sessualità. Comprenderlo, è alla base di qualsiasi azione educativa. Solo così sarà possibile inquadrare davvero i rischi, ed educare a un uso appropriato. Qualcosa di più che regolarne l’utilizzo o cercare inutilmente di fare uscire dalla classe smartphone e telefonini. E’ importante allora cogliere la sfida educativa che questi media propongono e contribuire, insieme ai loro genitori, a costruire dei cittadini digitali in piena regola. Consapevoli, responsabili e in grado di gestire in autonomia anche i rischi. La rete aziendale su adolescenti e famiglie che abbiamo messo in campo sta lavorando proprio in questa direzione”.

I nuovi media sono spesso associati al problema della sicurezza per i più giovani. I rischi, ovviamente, esistono. I ragazzi possono andare incontro a situazioni come l’esposizione a contenuti inadatti alla loro età; i contatti con adulti che vogliono conoscere e adescare minori; la diffusione di materiale che compromette la loro reputazione e non solo; il rischio di molestie o maltrattamenti da parte degli stessi coetanei.

“Pe questo durante tutto l’anno scolastico – ha spiegato Fazio – i ragazzi sono stati accompagnati verso una consapevolezza che li può rendere protagonisti della propria vita in maniera positiva, e hanno potuto raccontare le loro esperienze, i loro dubbi e le loro certezze, ed esprimersi con la loro modalità immediata, a volte dirompente e altre volte timorosa del giudizio altrui. Gli adulti che li hanno affiancati e accompagnati hanno promosso azioni di prevenzione e contrasto del fenomeno del cyberbullismo e hanno dato spazio alla loro creatività per produrre messaggi da condividere con altri studenti ma soprattutto con il resto della comunità”.

In questi mesi si sono intrapresi dei percorsi di alfabetizzazione digitale, orientando bambini e adolescenti verso un comportamento responsabile e creativo nell’utilizzo dei social.

“Certo internet e cellulari  –  spiega Francesco Lucido, dirigente dell’Osservatorio Infanzia e adolescenza dell’ASP e coordinatore del progetto – rappresentano un aspetto esistenziale importante nella vita dei giovani della società contemporanea. I ragazzi di oggi nascono e crescono insieme a Internet e al cellulare. I media digitali fanno parte della loro quotidianità. Iniziano e concludono relazioni sentimentali tramite sms o chat, cercano informazioni in Internet su amicizia, affetti e sesso; perdono la cognizione del tempo e si ricordano di mangiare solo perché il gioco sullo schermo ogni tanto li avvisa; si creano vite parallele in giochi di realtà virtuale. Inoltre, mettendo a disposizione diverse opportunità di relazione e di comunicazione i media digitali attivano nuove strategie e percorsi di identificazione, di rappresentazione del sé e della propria realtà di riferimento, contribuendo a edificare valori e categorie simboliche, attraverso i quali interpretare la realtà e se stessi”.

Sono stati avviati così forme concrete di ricerca attiva, con la partecipazione attraverso interviste e video prodotti dai ragazzi, non solo agli stessi coetanei ma anche ai genitori e agli anziani sull’utilizzo di internet. E proprio agli anziani si sono avvicinati gli studenti, che si sono prestati ad aiutarli ad utilizzare questi strumenti, nuovi per quella generazione, come google e Skype. Questi video prodotti sono stati infine presentati, dagli stessi giovani autori, nel corso dell’incontro.

Il progetto verrà replicato all’inizio del nuovo anno scolastico a Marsala, Valderice, Custonaci, San Vito Lo Capo e Buseto Palizzolo.

Nella foto, da sx dott. Fazio, dott. De Nicola, Giacomo Belvisi (una dei giovani autori dei video), ass. Pavia e dott.ssa Mendolia


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