I beni confiscati alla mafia assegnati alla cooperativa Libera Armonia di Poggioreale

RIBERA – Sono stati aggiudicati alla cooperativa “Libera Armonia” di Poggioreale i beni confiscati alla mafia e già di proprietà delle famiglie mafiose di Gaetano Amodeo e di Domenico Terrasi, originarie di Cattolica Eraclea. L’amministrazione comunale riberese ha organizzato una conferenza stampa nella sala dei sindaci del palazzo comunale per rendere noto l’evento, alla presenza del prefetto di Agrigento Nicola Diomede, dell’assessore regionale all’Agricoltura Nino Caleca, del presidente della cooperativa trapanese Lia Nuccio.

Il sindaco Carmelo Pace ha annunciato che il bando di gara è stato aggiudicato, dopo ben sette anni in quanto le gare sono andate più volte deserte, alla cooperativa di Poggioreale che avrà in concessione ventennale circa 90 mila ettari di terreno e due fabbricati rurali che sorgono alle pendici di Monte Sara, alla destra del fiume Platani, in territorio di Ribera. All’incontro erano presenti i deputati regionali Salvatore Cascio e Margherita La Rocca, il colonnello Mettifogo, il capitano Marchese e il tenente Balsamo dell’Arma dei Carabinieri, il corpo forestale, assessori e consiglieri comunali di Ribera e alcuni sindaci dei comuni del comprensorio.

Il presidente della cooperativa Nuccio ha annunciato che il programma di intervento prevede la bonifica dei terreni, l’estirpazione di un noceto, il reimpianto di vigneto ed oliveto, la nascita di una cantina sociale e di un bad and breakfast per creare nuova occupazione agricola giovanile, finalizzata allo sviluppo sociale ed economico del territorio non solo di Ribera. L’assessore regionale Caleca ha sottolineato come tale iniziativa abbia un valore simbolico ed etico perché non è isolata, bensì inserita in un contesto regionale dove i beni confiscati alla mafia hanno già creato occupazione e sviluppo nella battaglia contro la stessa mafia e come i prodotti che a Ribera potranno venire fuori dal’attività cooperativistica (vino, olio, pasta) troveranno posto nel progetto della Regione Siciliana denominato “Born in Sicily”.

I deputati Cascio e La Rocca hanno evidenziato come i beni confiscati e assegnati devono rappresentare la speranza, un esempio di emulazione e come l’agricoltura e l’acqua sono oggi, con i prodotti locali Dop e Doc, i mezzi per garantire e mantenere lo sviluppo socio-economico. Il prefetto Diomede ha detto che l’iniziativa è una sfida e una scommessa per combattere la piaga della mafia, ha auspicato l’accelerazione delle procedure per guadagnare sul tempo perso e ha dato la disponibilità della prefettura per spingere sull’acceleratore, sfruttando le esperienze già maturate in questi anni dall’associazione Libera a Naro e a Canicattì nelle aziende confiscate alla mafia. I dirigenti della cooperativa hanno reso noto che hanno già un programma e un progetto di massima, le quote per il reimpianto dei vigneti e fidano nei tempi celeri per ottenere dal comune di Ribera la concessione e la consegna materiale dei beni.

Enzo Minio


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