Il Cranio trapanato…Chi l’ha visto?

Il Cranio trapanato è un reperto ritrovato in una tomba della zona archeologica dell’area dello Stretto e portato di buon’ora al Museo archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo. Ha una grande importanza perché mostra che nell’Età del bronzo è stato effettuato nella zona un intervento chirurgico alla testa in un individuo che, dopo l’intervento, è vissuto ancora per un certo numero di mesi (un anno circa), come dimostra la crescita di osso successiva all’intervento. Come doveva essere naturale, dopo l’istituzione del Museo della Preistoria della Valle del Belice (2000) che oggi ha sede nel restaurato Castello medioevale di Partanna, fruibile dal 28 dicembre 2007, e dopo l’apertura al pubblico (metà luglio 2011) dell’area archeologica di Contrada Stretto (costata all’Unione europea poco meno di due milioni di euro), il prezioso reperto sarebbe dovuto tornare a Partanna, come del resto era stato preannunciato dall’assessore regionale ai beni culturali e dell’identità siciliana, Sebastiano Missineo e non smentito dallo stesso Sebastiano Tusa, Sovrintendente ai Beni culturali ed ambientali di Trapani, a cui sono legati numerosi studi sull’area archeologica dello Stretto. Ma da quando, al momento dell’inaugurazione dell’area avvenuta più di quattro mesi fa, si fece quell’annuncio, niente si è più saputo di quel cranio trapanato. Il guaio è anche che la stessa area è stata disertata persino dai visitatori che fino ad ora sono stati pochissimi. Il dramma è anche che il Castello medioevale, che sembrava dovesse servire da traino per Partanna città turistica, dopo la fase immediatamente successiva all’apertura gratuita al pubblico, è rimasto pressoché privo di visitatori anche perché, con molta “lungimiranza” e capacità d’attrazione, dopo circa un anno è stato fatto pagare il biglietto d’entrata (4 euro a persona). A questo dramma va aggiunta anche la scarsa capacità d’accoglienza della città che non offre negozi e luoghi di ristoro nelle immediate vicinanze del Castello (di domenica poi è tutto chiuso)  e della limitrofa secentesca Chiesa Madre nella quale recentemente è rientrato il settecentesco Coro ligneo restaurato. Insomma non esiste niente di organizzato per accogliere gli eventuali “turisti” in una città che è diventata da qualche anno “città turistica” (sigh!). Per ultimo, come ciliegina sulla torta, i depliant del Comune che si distribuiscono al Castello non mancano di errori storici e perfino linguistici. In uno, ad esempio, si legge: “Partanna viene citata da Abdalla al Muqaddasi, che visita la Sicilia tra il 968 ed il 988, con il nome di Barthamnah“. E già Kleos da qualche anno, addirittura dedicando al “problema” la stessa copertina, ha ricordato a tutti (n.14 del 12 settembre 2009) quanto già io stesso avevo dimostrato in una pubblicazione locale di quasi quindici anni fa (“Il nome di Partanna nell’opera storica di Varvaro Bruno”, 1997) e cioè che il termine arabo di derivazione del nome Partanna è Bartannah e non Barthamnah, come erroneamente trascritto negli anni Cinquanta e Sessanta dai pionieri della storia locale e come abbondantemente ed erroneamente copiato nei decenni successivi. La cosa tragicomica è che in un altro depliant che il Comune distribuisce ai “turisti” in genere assieme al primo, si reitera l’errore storico e lo si abbellisce con un errore linguistico; infatti vi si afferma che “L’astronomo e geografo arabo Idrisi nel 1154…parla di…Partanna con l’idioma (ndr. sigh!) BARTHAMNAH”. Cosa che non può fare inorridire il turista inerme che non potrà che “ammirare” la profonda cultura che traspare dal paese il cui biglietto di visita sono in prima battuta proprio quegli immondi depliant. I tesori turistici di Partanna sono tanti, ma nessuno li valorizza con profitto, utilizzandoli come volano di sviluppo. Tra i guasti per il paese riconducibili all’amministrazione in carica (i cui componenti più significativi dedicano gran parte del loro tempo, più che a ben amministrare, a come farsi la guerra tra loro in vista delle prossime elezioni amministrative che si terranno nel 2013) vanno sicuramente ascritti anche quelli or ora ricordati. Ci auguriamo che la nuova giunta municipale che verrà dopo le prossime elezioni (ahinoi! troppo lontane) sia capace di mettere nella giusta considerazione critiche come la nostra (che vogliono solo essere costruttive per il paese) e si sbracci per sfruttare le risorse, che ci sono già, in direzione di un efficace sviluppo turistico ed economico della città, in sinergia con quelle di tutto il territorio.


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