“La vicenda dell’ospedale di Castelvetrano non deve trasformarsi in una guerra tra territori; piuttosto occorre trovare le soluzioni che tutelino il diritto alla salute dei cittadini belicini”

CASTELVETRANO – I coordinamenti comunali della Lega Sicilia di Castelvetrano – Partanna – Poggioreale – Salemi oltre che diversi sostenitori presenti a Gibellina, Santa Ninfa, Salaparuta e Campobello di Mazara, città prossime all’apertura di coordinamenti comunali, hanno firmato una nota congiunta sulla questione dell’ospedale di Castelvetrano che “non deve trasformarsi in una guerra tra territori; piuttosto occorre trovare le soluzioni che tutelino il diritto alla salute dei cittadini belicini”. “Troviamo improbabile la reazione di quasi sorpresa del Sindaco di Castelvetrano che ha dichiarato che ‘la chiusura di Pediatria è una notizia terribile’; c’era da aspettarselo e quanto fatto, ma forse più di tutto l’aver fatto poco, dal primo cittadino evidentemente non è bastato” e la nota continua: “Riteniamo prettamente propagandistico il limitare la reazione al declassamento dell’ospedale al solo fatto che non si potrà più nascere a Castelvetrano: si dovrebbe ragionare sui termini di garanzia e tutela della salute e non sul finto campanilismo. Non sarà la trascrizione del nome di una città sulla carta di identità a determinare la battaglia a difesa dell’Ospedale di Castelvetrano; né può o deve essere lo spostamento del reparto di ostetricia e ginecologia all’Abele Ajello di Mazara, distante appena 15 minuti di autostrada, la goccia che fa traboccare il vaso. Il problema non nasce adesso e non basta più invocare ‘vibranti proteste’. Occorre l’azione politica e amministrativa e quest’ultima, evidentemente, non ha portato i frutti sperati da chi ha dato loro fiducia. Abbiamo chiesto alla nostra deputazione regionale un’interrogazione parlamentare e contemporaneamente la visita a Castelvetrano di una delegazione di nostri rappresentanti istituzionali. Con loro ci attiveremo immediatamente per verificare che possano esserci le condizioni per avviare un processo di trasformazione anche con percorsi innovativi di implementazione di servizi clinici in sinergia complementare tra presidi diversi ma insistenti su territori omogenei a garanzia della salute dei cittadini belicini che non possono restare periferia rispetto alle altre realtà provinciali”.


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