Mangiacavallo, presidente del consorzio universitario. “Promuovere la Civic University ed aprire ai Paesi del Nord Africa”

AGRIGENTO – Dal numero di dicembre 2020 di Kleos mensile cartaceo in edicola:

“L’Ecua deve diventare una ‘Civic University’ collegata con il sistema produttivo, con gli enti locali, con i cittadini e il contesto sociale, deve promuovere e sviluppare la collaborazione con gli ordini professionali per la formazione continua, deve recuperare diversi comuni agrigentini usciti dal consorzio e deve aprire ai Paesi del bacino del Mediterraneo per far diventare la provincia di Agrigento e l’università un ponte tra l’Europa e l’Africa”. A parlare è Nenè Mangiacavallo, presidente dal 16 luglio scorso dell’ Empedocle Consorzio Universitario di Agrigento, il quale ha le idee chiare su come potenziare e rilanciare con diversi progetti e programmi i sei corsi di laurea, in atto architettura ed ambiente costruito, economia ed amministrazione ambientale, servizio sociale, scienze dell’educazione, lingue, mediazione linguistica e interculturale, che nell’anno accademico contano circa 1000 studenti già iscritti. In un dialogo costruttivo con l’università di Palermo, è intendimento di Mangiacavallo rimodulare l’offerta formativa per istituire nuovi corsi di laurea rispondenti alle esigenze della popolazione e finalizzati ad offrire nuove occasioni di lavoro e programmare una “formazione di secondo livello”, di scuole di specializzazione e master post-universitari per una qualificazione fuori dai confini regionali e in modalità telematica. Nenè Mangiacavallo, medico pneumologo, ricercatore CNR, presidente di diverse commissioni nazionali (sangue ed emotrasfusioni, sicurezza stradale, pubblicità dei farmaci), già commissario Lilt Sicilia, deputato, sottosegretario di Stato alla Sanità e Lavori Pubblici, consigliere, assessore, sindaco a Ribera, vuole mettere a disposizione del mondo accademico le sue esperienze maturate in decenni di intensa attività. Lo abbiamo intervistato. – Quali programmi? “Le attività principali dell’università sono “didattica e ricerca”. Vorrei aggiungere la “terza missione”, un complesso di attività e servizi per incidere sullo sviluppo culturale, economico e sociale del territorio. Penso alla “Civic University” collegata al sistema produttivo e, in collaborazione con l’università di Palermo, sviluppare nuovi rapporti con i tanti ordini professionali”.- – Il problema più urgente? “Un processo di modernizzazione e riorganizzazione dei servizi, modifica dello statuto, identificazione di un nuovo organigramma che tenga conto delle competenze ed esperienze dei dipendenti e una programmazione economico-finanziaria per lavorare serenamente. La situazione economica è precaria, stiamo lavorando con gli assessorati regionali per superare le difficoltà. Dobbiamo recuperare i diversi comuni agrigentini usciti dal consorzio per offrire loro nuove opportunità come borse di studio, spese dei viaggi e soggiorno e uno “Sportello Europa – Urbanistica – Restauro” per gli enti locali”. – Università aperta al Nord Africa? “Certamente, non solo per l’approdo dei migranti. Agrigento è la porta del Mediterraneo verso l’Europa. Abbiamo già un progetto europeo con la Tunisia. Intensificheremo la collaborazione con gli altri Paesi della costa africana.

Enzo Minio


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