Marsala: Concluso il progetto Museo-Scuola. Coinvolti centinaia di ragazzi che hanno dato vita al libro “Lilibeo e il Mare”

MARSALA – Decine di ragazzi hanno vissuto il parco archeologico Lilibeo-Marsala in occasione della giornata conclusiva del progetto Scuola-Museo nel corso della quale è stato presentato il quaderno didattico “Lilibeo e il Mare” realizzato dagli istituti scolastici di Marsala.

Dopo il primo quaderno didattico “Lilibeo, la mia città”, questo secondo quaderno completa il percorso formativo avviato con le Scuole primarie e secondarie di I grado del territorio, alla scoperta della memoria storica della città.

Finanziato dal Dipartimento dei Beni culturali dell’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, diretto da Franco Fazio attraverso il servizio 5 – Valorizzazione con Maddalena De Luca, il progetto è stato coordinato dalla referente dei Servizi educativi, Eleonora Romano con la collaborazione dell’archeologo Fabrizio Ducati, che hanno coinvolto attivamente i ragazzi nei laboratori didattici svolti “sul campo”.

“Progetti come quello portato avanti dal parco archeologico di Lilibeo – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – costituiscono un importante strumento educativo perché basato sull’esperienza diretta con le testimonianze storiche. Vivere i luoghi della cultura e riappropriarsi del territorio in cui si vive è un modo di preservare e valorizzare l’identità storica di tutta la comunità. Sono certo che i ragazzi porteranno nel cuore questa esperienza e trasmetteranno alle loro famiglie il valore dell’esperienza vissuta. Il Museo non è solamente un luogo deputato alla conservazione ed esposizione dei beni, ma è un’enciclopedia materiale, da vivere, luogo di formazione per le giovani generazioni”.

Attraverso i Laboratori didattici e le partecipate visite al Museo i giovani visitatori hanno percorso in modo esperienziale un viaggio nei diversi periodi storici, dal periodo punico-romano a quello medievale, in cui Lilibeo, testa di ponte da e per l’Africa, costituì un dinamico centro commerciale e artigianale divenendo una città multietnica.

Il volume – realizzato con il contributo grafico dei ragazzi che hanno partecipato al progetto – approfondisce il rapporto tra l’antica Lilibeo e il mare, un legame imprescindibile dovuto alla posizione strategica di Marsala, crocevia dii popoli e civiltà del Mediterraneo, come testimoniano i numerosi resti storici tra cui la Nave Punica e la Nave Romana di Marausa, esposte al Museo.

“Per venire incontro alle Scuole in un momento difficile – ha detto la direttrice del Parco archeologico, Anna Maria Parrinello – il “Museo è andato a Scuola” perseguendo l’obiettivo dell’inclusione, del dialogo e della conoscenza, riuscendo a coinvolgere il maggior numero possibile di Istituti scolastici, anche lontani dal centro storico, nella convinzione che l’accesso alla cultura è un diritto di tutti. Per noi il museo è un luogo da vivere, anche in modo ludico, per attingere attraverso il racconto dei reperti che custodisce quel bagaglio di conoscenza necessario per affrontare, equipaggiati dal passato, il presente e costruire il futuro”.

“Approfondire il rapporto con il mare, che da sempre contraddistingue la storia di Lilibeo – afferma Eleonora Romano – ha fatto acquisire ai ragazzi la consapevolezza del ruolo fondamentale ricoperto da Marsala durante il corso dei secoli e di comprendere le relazioni esistenti con i paesi della vicina Africa”.

Il Museo, istituito nel 1986 per accogliere ed esporre il famoso relitto della Nave punica, negli anni si è arricchito di altri relitti, tra cui nel 2019 della Nave tardo-romana, oltre ad una ricchissima collezione di anfore e altri rinvenimenti, divenendo un importante polo museale navale del Mediterraneo.

“Non è un caso che i cartaginesi scelsero Capo Boeo per fondare una nuova città – evidenzia l’archeologo Fabrizio Ducati –. La sottile striscia di mare che separa Marsala dall’Africa non è stata mai una barriera ma piuttosto un ponte tra due culture; lo testimoniano i nomi delle cose, le centinaia di oggetti ritrovati, i resti delle imbarcazioni rinvenute, i piatti della tradizione e i nomi delle contrade. Tutte testimonianze di merci, uomini e idee da sempre in movimento nel canale di Sicilia”.


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