Scacco…matto

di Antonino Bencivinni    Dopo trent’anni dall’inizio della sua latitanza, Matteo Messina Denaro è stato arrestato il 16 gennaio scorso nella Casa di Cura “La Maddalena” di Palermo dove si era recato, come altre volte, con un’altra identità (quella di Andrea Bonafede, un campobellese che è stato successivamente arrestato) per sottoporsi a cure oncologiche. Finisce un’epoca per la mafia non solo trapanese, anche se per sconfiggere questa organizzazione criminale la strada è ovviamente ancora lunga. Continuo e laborioso è stato ed è il lavoro delle Forze dell’Ordine e della Magistratura e tanto va ancora fatto in direzione dell’individuazione dei tanti fiancheggiatori e delle consistenti complicità e protezioni ai diversi livelli. Intanto numerose e di vario genere sono state le reazioni a questa clamorosa cattura anche a livello locale, come la pressoché immediata manifestazione congiunta del 25 gennaio tra castelvetranesi e abitanti di Campobello, cittadina, questa, che ha inaspettatamente (“complici” i numerosi covi del capomafia, lì subito individuati, la sua continua recente presenza in loco, ecc.) “defraudato” il paese natio di Messina Denaro dell’attenzione mediatica che Castelvetrano si era conquistata nei trent’anni passati. Per la nostra copertina abbiamo scelto di utilizzare un’opera particolarmente significativa della street artist Laika dal titolo “Mafia Sucks” (“La Mafia fa schifo”) apparsa la sera del 22 gennaio, a pochi metri dalla Casa Circondariale de L’Aquila, dove è stato rinchiuso Matteo Messina Denaro. Il poster raffigura Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia Santino, ucciso e sciolto nell’acido dalla Mafia l’11 gennaio del 1996. Giuseppe è ritratto sul suo cavallo, mentre festeggia la cattura del superboss e mandante del suo omicidio, Matteo Messina Denaro, ora detenuto nel carcere abruzzese in regime di 41 bis.


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