SIMIT: nuova terapia incoraggiante per affrontare la polmonite bilaterale da Covid-19. Accanto ai virus la lotta alle resistenze batteriche in ospedale e sul territorio

ROMA – Da domenica 13 dicembre, sino a mercoledì 16 si svolgerà, in modalità virtuale, il XIX Congresso SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. Secondo la SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, in attesa di avere su vasta scala un vaccino sicuro ed efficace oggi è necessario utilizzare per i pazienti Covid-19 tutti i farmaci e le opzioni a disposizione. La Food and Drug Administration ha approvato lo scorso novembre una nuova molecola, il baricitinib, per uso clinico. Ad oggi il baricitinib è l’unico antinfiammatorio approvato per Covid-19 in USA, ma il suo utilizzo in Italia e in Europa è molto limitato e rimane nel contesto dell’utilizzo fuori scheda tecnica (off label) del farmaco. Bisogna testare sul campo, magari in trial clinici collaborativi, questa nuova opzione terapeutica che potrebbe migliorare la prognosi della polmonite grave da SARS-CoV2 che ancora oggi in Italia è gravata da un’alta mortalità specialmente nei pazienti ospedalizzati. In attesa della soluzione di domani è imperativo per tutti trovare soluzioni oggi e nelle prossime settimane visto che il virus non attenderà la prossima estate e rischiamo di trovarci in una terza ondata durante i prossimi mesi invernali”. “La pandemia da COVID-19 – spiega il presidente del Congresso SIMIT 2020 Pierluigi Viale – non poteva non incidere in modo dirompente sul programma di questa edizione del congresso SIMIT, per cui la giornata iniziale, domenica 13 dicembre, sarà totalmente dedicata allo stato dell’arte sulla patologia. Riteniamo che la tumultuosa evoluzione delle conoscenze su questa patologia ed il ritmo frenetico con cui sono state pubblicate migliaia di esperienze scientifiche, spesso conflittuali e non sempre di sufficiente qualità, imponga un momento di riflessione e di scambio di opinioni fra veri esperti”.

“Questa epidemia ci ha dato una lezione – evidenzia il prof. Massimo Galli, Past President SIMIT – Ha sottolineato infatti come sia importante una buona rete epidemiologica, anche per fronteggiare alcune emergenze come quelle da COVID19. Negli ultimi anni, però, proprio l’infettivologia ha subìto tagli pesanti, unità complesse che sono passate a semplici, mentre in alcune strutture ospedaliere la figura dello specialista infettivologo è stata considerata addirittura inutile. E sono decenni che sulla medicina territoriale non si investe, che si rilevano anche differenze sostanziali tra una regione e un’altra. Ritengo opportuno, quindi, che questa epidemia ci insegni ad andare nella direzione esattamente opposta. Mi auguro francamente che si possa fare tesoro da questa lezione – prosegue Galli – in modo che ci possa trovare più pronti ad affrontare l’altra grande epidemia in arrivo: una pandemia neanche tanto strisciante. Parliamo di quella causata dai germi multiresistenti, che colpisce tanto gli ospedali quanto gli ambienti esterni, una delle principali minacce di questo decennio. E mi auguro, infine, che riusciremo ad essere più forti per fronteggiare malattie “storiche”, come quelle da HIV e HCV”.


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