SIMSPe: Dopo la pandemia, l’assistenza sanitaria è tra le nuove emergenze nelle carceri

ROMA – Sono 77 in poco più di 10 mesi i suicidi in carcere registrati nel 2022. Un numero impressionante, senza paragoni in epoca recente. “Questo dato deve farci riflettere, ma ancora più rilevanti sono i dati che abbiamo in modo parziale o che non possiamo reperire – spiega Luciano Lucanìa, presidente della Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria (SIMSPe) – Bisognerebbe sapere, ad esempio, quanti siano i detenuti che hanno tentato il suicidio senza riuscirci. O anche le statistiche su italiani e stranieri, su coloro che sono in custodia cautelare e quanti in espiazione di pena, le condizioni nelle quali si vive in carcere, tra sovraffollamento, promiscuità, con sentimenti di disperazione e frustrazione. In queste condizioni non è semplice identificare chi abbia realmente una malattia mentale che può portare al suicidio. Queste lacune non si colmano con la burocrazia, ma con un’azione di sistema, dove SIMSPe e il personale sanitario possono partecipare, anche se componente minoritaria: affinché il supporto scientifico sia concreto, è necessario che gli istituti siano sicuri per il personale sanitario e dotati delle risorse necessarie. Serve una nuova cultura del carcere, basata su una visione che consenta al detenuto di vivere l’esperienza in maniera corretta”.

Gli ultimi dati sui suicidi nelle carceri e le tensioni emerse rappresentano solo la punta di un iceberg che è costituito anche dai limiti cronici della sanità penitenziaria. SIMSPe, Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria, lavora da anni sul complesso sistema delle carceri, in cui ogni anno transitano oltre 100mila persone, alle quali deve essere costituzionalmente garantito il diritto alla salute, obiettivo non semplice, complicato da un’organizzazione disomogenea, dal riferimento a due dicasteri, Giustizia e Salute, e alle organizzazioni sanitarie regionali. La grave carenza di personale sanitario e di formazione specifica, le difficoltà operative per il personale infermieristico, l’assenza di un reale coordinamento tra le regioni sono oggi i problemi principali, che si traducono in un’assistenza sanitaria segnata da gravi criticità, prima fra tutte la carenza di personale. Questo uno dei principali messaggi emersi dal XXIII Congresso SIMSPe – Agorà Penitenziaria, tenutosi a Roma il 17-18 novembre. Malattie infettive, psichiatriche e odontoiatriche, accreditamento socio-sanitario nelle comunità confinate tra i temi sotto i riflettori.


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