Suggerimenti alla nuova amministrazione di Partanna

LA CRITICA di Vito Piazza. I partannesi sono in genere più astuti che prudenti, più arguti che sinceri. Amano le novità. Di natura sono litigiosi, adulatori, invidiosi. Sottili investigatori delle loro amministrazioni, presumono come veramente fatto da costoro ciò che essi farebbero se fossero al loro posto. Nello stesso tempo sono ligi alla giustizia. Fedeli a chi amministra, sono disposti ad aiutarlo. Con i forestieri sono affettuosi: e sul nascere di una calda amicizia, sono servizievoli. Il loro carattere oscilla tra due estremi: sono sommamente timidi e sommamente temerari. Si mostrano timidi quando trattano i propri affari, sensibili come sono al loro interesse. A tal fine si trasformano in tanti Protei; si sottomettono a chiunque ritengano capace di aiutarli nella realizzazione dei loro disegni; e servono in modo da sembrare nati per quel servizio. Al contrario sono di incredibile temerarietà in fatto di maneggio pubblico. In questo modo procedono con modi del tutto differenti.
A questo punto vedo già i difensori della partannesità adirarsi e prepararsi con forconi, bastoni e soprattutto con post e quant’altre diavolerie informatiche in marcia verso chi ha OSATO parlar male di Partanna. Chi scrive – relata refero – ha solo sostituito l’originale SICILIANI con PARTANNESI. Purtroppo per questo, rivoltosi della tastiera subiranno un’amara delusione. L’autore vero è morto dopo il 1587, si chiamava Scipio de Castro, siciliano fin nelle ossa, scrittore di cose politiche che trascinò vita avventurosa e torbida in un periodo torbido: dall’anno 1490 fino al 1571 il governo della Sicilia fu fatale a tutti i suoi governatori. Che in breve spazio di tempo, si sono trovati a pericolare: assediati dalle difficoltà. La maggior parte di loro ci ha rimesso la reputazione, in quel regno: così in profondo caduta e seppellita, che più mai ce l’ha fatta a risorgere, neppure presso i posteri. E qui, più per associazione di idee che per logica, viene in mente un proverbio siciliano che constata la realtà, ma non la giustifica: “fatti la fama e curcati”.
Quanto ci sia di vero nello scritto riportato spetterà ai partannesi non agiografici e campanilisti appurarlo. Ma dubito che ciò sia possibile. Partanna è un mondo deviato che ha perso ogni interesse ​per le idee e la cultura: basta vedere a chi è stata affidata la gestione del Premio di poesia. Qui vigono ormai l’appartenenza e i pregiudizi: se ho male all’orecchio vado dall’otorino, se ho problemi di cuore vado dal cardiologo ma se ho problemi psicologici vado da uno psicologo e non da un serio PSICOTERAPEUTA. Siamo ancora quelli che vanno dalla mammana a farsi tagliare i vermi, da una esorcista che per un colpo di sole mi mette una pignatta sulla testa.
Qui la competenza non conta. Aumentano maestri vecchissimi e Ispettori e Provveditori SENZA titolo né comprovata esperienza. Conta la fama e l’appartenenza. E l’appartenenza è il contrario della competenza. Ormai per cercare un operaio bravo ci si rivolge a S. Ninfa e a Castelvetrano: Partanna è ormai un paese senza mani. E se la reputazione è quell’insieme di credenze, valutazioni e percezioni che una comunità formula su un individuo, qui la reputazione è la somma dei pettegolezzi che coloro che rappresentano le autorità epistemiche (coloro che crediamo esperti o saggi onnipresenti) diffondono e impongono. Il mio modesto consiglio ai nuovi amministratori? Prima guardatevi all’interno, espungete il marcio, l’arrivismo, il presenzialismo, l’interesse privato, il narcisismo, i manipolatori attivi e soprattutto quelli passivi, i tuttologi. E tanto altro ancora assimilabile al siciliano di Scipio de Castro. Fate di Partanna un giardino senza improbabili Centri benessere o Enti truffaldini che regalano diplomi e lauree.
Dopo GOVERNATE Partanna. Del resto governare Partanna non è difficile, è inutile.
Vito Piazza
psicologo sociale e ispettore MIUR emerito

Dalla rubrica La Critica del mensile cartaceo Kleos di ottobre 2023


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