Tale e quale…show?

di Antonino Bencivinni. Alla fine dell’estate, anche se fino al momento in cui scriviamo le temperature sono ancora estive, diventa inevitabile parlare delle feste della stagione ormai conclusa, magari facendo un raffronto con quanto è avvenuto negli anni passati. Facendo la tara sulla tardività con cui la nuova amministrazione, insediatasi a giugno scorso, è stata costretta ad operare e sulle inevitabili difficoltà di programmazione ed organizzazione di un’attività di richiamo estiva, si può dire, nonostante tutto, che il bilancio non si può considerare negativo: assessori, sindaco e funzionari sono riusciti a “riempire” le finche giornaliere del mese di agosto e in parte di settembre con il forte ausilio delle associazioni e di aziende presenti nel territorio che hanno dato vita ad iniziative con le quali è stato possibile richiamare gente nel paese: dalla Sagra della cipolla di Partanna alla Festa dell’emigrante, dalla presentazione di libri alla Giornata dello sport e alle diverse competizioni (di scacchi, di burraco), dal Premio di poesia “Città di Partanna” alla Festa degli agricoltori con un concerto di forte richiamo come quello dei Boomdabash. Il merito va all’amministrazione ma va, come si è ribadito, alle associazioni e agli imprenditori abituati nel passato a dare vita alle attività che abbiamo ricordato, comprese quelle messe in opera per la valorizzazione dell’area archeologica dello Stretto che è stato sede, a differenza di prima, di alcune iniziative di richiamo. Una volta che doverosamente è stato detto quanto sopra che pochi si aspettavano avvenisse, va sottolineato altrettanto doverosamente che saranno molto di più le aspettative per l’anno prossimo quando non ci sarà più l’attenuante del poco tempo disponibile per programmare le attività e per cercare di superare possibilmente i limiti che rispetto alle esperienze passate ha avuto quella del 2023: un buon numero di artisti di livello che possano far rivivere il teatro provinciale che in questa edizione è stato cenerentolizzato (mi si consenta l’uso di questo derivato deantroponimico) e che, invece, nel passato è stato la punta del richiamo mediatico, che ha fatto raggiungere a Partanna e alle sue feste un alto livello di notorietà invidiatissimo dai paesi vicini.


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