Tumbiolo lancia l’allarme sulla pesca costiera di frodo

MAZARA DEL VALLO – Dopo essere stato informato in merito a un caso di pesca di frodo davanti alle coste mazaresi, il Presidente del Distretto Produttivo della Pesca, Giovanni Tumbiolo, ha così commentato:

“Apprendo dalla stampa che sul lungomare di Mazara del Vallo viene, in tutta tranquillità, praticata  la pesca di frodo mediante l’immissione in mare di sostanze chimiche.   Si tratta di un’attività purtroppo ancora assai diffusa.

I prodotti maggiormente utilizzati per colpire la fauna marina sono il cloruro  di calcio, il solfato di rame, oli vari ed il cianuro di sodio.

Gli effetti principali riconducibili a queste sostanze usate impropriamente sono quelli di stordire, paralizzare e comunque avvelenare i pesci, crostacei e molluschi che diventano in tal modo  facile preda.

Oltre a creare un danno irreversibile all’ambiente, possono provocare gravi forme di avvelenamento nell’uomo che ingerisce il pescato.

Stanno avvelenando impunemente il nostro mare, creando disastri ecologici ed ambientali, in particolare sotto la costa, dove ci sono le nurseries naturali.

Stanno uccidendo i pesci piccoli (gli avanotti) e grandi.  È come se si uccidessero le mamme incinte e i loro bambini.  Creano il deserto”.

“La mancanza di interventi per contrastare questo grave fenomeno – ha sottolineato Tumbiolo – è intollerabile, anche perché dalla torre di controllo della Capitaneria di Porto può essere seguito a vista l’esercizio di questa attività criminosa.

È  ancor più stupefacente, anzi immorale,  che gli sforzi dei soggetti deputati ai controlli siano concentrati a vessare l’economia degli armatori e pescatori professionisti superstiti, che subiscono l’applicazione restrittiva e maniacale di leggi e regolamenti comunitari ambigui, inadeguati e di dubbia efficacia”.

“Armatori e pescatori di Mazara sono così destinati – ha concluso Tumbiolo – a diventare essi stessi specie in via di estinzione e poco o niente viene fatto per fermare questa pesca illegale”.

 


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