Tumore colon-retto: una diagnosi precoce permette la guarigione nel 90% dei casi

ROMA – Il progetto di Villa Pia, Clinica Polispecialistica a Roma in linea con i programmi di screening nazionali, vuole contribuire a diffondere nel pubblico la cultura della prevenzione e garantire accessibilità agli esami “salvavita”

L’evoluzione del tumore, da benigno a maligno, avviene in media in 10-15 anni; per queste ragioni lo screening può essere fondamentale. Circa il 10% di chi viene sottoposto alle indagini, generalmente in stato asintomatico, presenta poi polipi.

Quello al colon retto è uno dei tumori a più alta incidenza in Italia e nel mondo, per entrambi i sessi, dopo quelli alla mammella e alla prostata, eppure sono pochissimi quelli che effettuano preventivamente test e screening per verificarne l’assenza. Una scelta, causata al contempo dalle lunghe trafile burocratiche e da una forte ignoranza del problema. Ogni anno, solo in Italia, circa 20mila i decessi.

Fare uno screening è fondamentale: al momento le tecniche usate sono la ricerca del sangue occulto, colonscopia, colonscopia virtuale. La colonscopia è l’esame che offre le maggiori garanzie di attendibilità diagnostica, sia per specificità che per sensibilità, e consente l’asportazione di lesioni precancerose, come quelle dei polipi. La colonscopia virtuale effettuata con TAC offre alcuni vantaggi, come quello di non essere invasiva, però i costi purtroppo sono ancora elevati e non sempre permette di rivelare i polipi al di sotto dei 5 mm.

A Villa Pia di Roma è al “via” un progetto per sensibilizzare alla prevenzione e allo screening. I destinatari del progetto sono uomini e donne di età compresa tra i 50 e gli 85 anni, asintomatici, che saranno sottoposti al test del sangue occulto fecale (FOB test). Un kit specifico per l’esame sarà consegnato dai Servizi della Clinica Villa Pia dietro presentazione di impegnativa e pagamento ticket.

Generalmente la fascia d’età dove il rischio aumenta è quella compresa tra i 55 e i 75 anni.

“Il polipo viene soprattutto asportato con una coloscopia – dichiara il Dr. Massimiliano Mungo, Resp. U.O. Chirurgia Generale – mentre quando la massa è più grande, anche se di natura benigna, bisogna rivolgersi o alla chirurgia o a particolari procedure endoscopiche. I polipi di maggiori dimensioni e alcuni tumori in fase iniziale localizzati nel retto possono essere asportati con una chiurgia transanale con tecniche mininvasive. Se ci sono tumori avanzati, occorre una chemioterapia che inizialmente riduca lo stato del tumore, per poi procedere con intervento chirurgico”.

I sintomi delle patologie neoplastiche del colon possono essere molto variabili e spesso sovrapponibili a quelle di molte altre malattie addominali o intestinali. Frequentemente quando la neoplasia è in fase iniziale posonon non esserci sintomi evidenti; da qui l’importanza di fare uno screening per la prevenzione. Mentre quando si manifestano dei sintomi saltuari quali la stanchezza e la mancanza di appetito, e altri più gravi come l’anemia e la perdita di peso associata ad alterazioni della regolarità delle funzioni intestinali sarà opportuno effettuare tempestivamente degli accertamenti di approfondimento.

“Si consiglia, per ridurre il rischio, il consumo abituale di frutta e verdura – spiega PierLuigi Pallotto, Gastroenterologo Responsabile del Servizio di Endoscopia Digestiva – anche 4-5 pasti al giorno, cercando di variare il più possibile anche i colori delle stesse, perché questi corrispondono ad apporti nutrizionali differenti. Si suggerisce inoltre di ridurre la carne rossa e di tenere l’intestino regolato. Ai fini di una corretta prevenzione suggeriamo di eseguire il Test sul sangue occulto nelle feci. Su cento pazienti che eseguono questa tecnica, cinque riportano casi positivi: un dato che però non deve allarmare, perché può essere giustificato dalla presenza di emorroidi o da perdite di sangue causate da altre patologie. Ad ogni modo si consiglia, in questi casi, di approfondire subito con gli altri test di screening, senza far passare ulteriore tempo”.

Tutte le persone che hanno avuto in famiglia casi di tumore al colon-retto soprattutto in età giovanile (prima dei 65 anni) sono soggetti su cui bisogna concentrare le attenzioni. Al di là delle indagini strumentali, è importante consigliare uno stile di vita corretto, quindi mangiare molte fibre o evitare l’uso di alcuni alimenti che possono facilitare la formazione di displasie, spesso anticamera delle neoplasie.

Un milione di nuovi casi di tumore al colon e al retto nel mondo ogni anno. Solo nel 2015 in Italia sono stati diagnosticati 52mila casi, e nel 2012 si sono contati 19mila decessi, con il 54% negli uomini. Negli uomini, infatti, c’è una maggiore incidenza del tumore al colon, con circa un +10%. Nelle donne il primo tumore è quello della mammella, nell’uomo della prostata, ma se calcoliamo entrambi i sessi il tumore più ricorrente è proprio quello al colon.


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