Turismo e sviluppo a Partanna e dintorni

PARTANNA – Viviamo tempi di grande crisi e di grande difficoltà nel creare e trovare posti di lavoro.

L’economia stagna e bisogna inventarsi soluzioni nuove per tentare di attivarla.

Partanna è un paese “turistico e d’arte”, con notevoli potenzialità, ma di turisti ne vediamo molto pochi, e nessuno di loro vi si ferma a dormire.

Come attirare le persone in momenti in cui la disponibilità di denaro, per la maggior parte della gente, è alquanto limitata?

Circa tre anni fa, in occasione di una manifestazione sullo sviluppo economico tenuta al castello Grifeo, abbiamo manifestato l’idea che siccome il paese non ha alberghi e sono tante le case disabitate in buono stato, ma pronte a marcire – ovunque si legge “vendesi” e “affittasi” – su cui i proprietari pagano le tasse e l’Imu, in particolare, come seconda casa, senza ricavarne alcunché, il Comune potrebbe dare lo sprone eliminando o riducendo l’Imu sulle case che venissero destinate a Bed & Breakfast, case vacanze ecc…a condizione che i proprietari accettino i prezzi quantificati dallo stesso Comune.

Si dovrebbe offrire, quantomeno all’inizio, a mo’ di “chiama quagghi”, un costo di non più di 10 € a persona al giorno: 4 persone per una settimana pagherebbero 280 €.

Tale costo, abbastanza allettante, dovrebbe invogliare le persone a trascorrere una vacanza a Partanna, che ha un sito preistorico con caratteristiche uniche al mondo, è ubicata a 18 km.da Selinunte e da cui si raggiungono facilmente Palermo, Segesta,Erice, Agrigento. Alle stesse venderemmo, poi, sicuramente, olio, olive, cipolle, vino e tutti i nostri prodotti.

C’è già chi ha adottato una politica similare: “..uno stato serio può farne una scelta strategica: a Las Vegas mangiare e dormire costa poco perché gli albergatori sanno che i clienti lasceranno più dollari alle slot-machine. Così si regolano da anni i musei nazionali britannici. E’ una questione di scelte: offri musei e siti archeologici gratis per attirare turisti sapendo che spenderanno poi nei bookshop interni e nelle trattorie e le botteghe dei dintorni. Ma da noi l’impressione netta è che a decidere siano la sciatteria, l’improvvisazione, la confusione totale. Senza un minimo di progetto. Di visione strategica” (G.A.Stella-S.Rizzo, Se muore il Sud, Feltrinelli ed., Milano, 2013, pag.128).

A titolo sperimentale, si potrebbe iniziare con 10 abitazioni. Fissando un termine, i proprietari dovrebbero inoltrare la richiesta anche via mail e, sulla base del dato temporale, ove pervenissero più domande, predisporre la graduatoria.

L’offerta dovrebbe essere opportunamente pubblicizzata a cura del Comune, principalmente su internet. La gestione delle locazioni potrebbe essere dello stesso Ente o affidata a cooperative, o altro, gestite da giovani, che potrebbero avere, in una situazione rosea, una percentuale sulle somme incassate. Ma, garantendo al turista un’offerta diversificata fatta di preistoria, storia, arte, cultura, tranquillità, ambiente sano, aria pura, cibo genuino, tipico e caratteristico, condita da accoglienza e gentilezza, si potrebbe guadagnare offrendo visite guidate, il servizio del prelievo e accompagnamento presso gli aeroporti, affittando le auto, proponendo “pacchetti vacanze” che coprano dal solo fine-settimana ad un periodo di 15 gg.; si potrebbe anche tentare di coinvolgerlo nella vendemmia o nella raccolta delle olive.

Siccome al vitto penserebbe il turista, per l’acquisto di frutta e verdura si dovrebbero indicare i produttori locali – previo accordo con gli stessi –   al fine di permettergli di risparmiare e di raccogliere con le proprie mani detti beni (cosa che tantissime persone non hanno mai fatto e che lascia un segno indelebile). Ma si potrà anche prevedere la consegna a domicilio di quanto dovesse richiedere o di fargli trovare i pasti pronti.

Per i proprietari delle abitazioni ci sarebbe il vantaggio fiscale immediato e quello eventuale della pigione; per il Comune un ammanco che potrebbe essere indirettamente coperto, anche parzialmente, onerando, ad es., i proprietari della cura di una piazza a titolo gratuito. In un’ipotesi ottimistica, si potrebbe prevedere il venir meno dell’eliminazione/riduzione dell’Imu ove, ad es., l’appartamento venisse locato per più di 4 settimane all’anno.

L’offerta vantaggiosa dell’alloggio e la dolcezza del nostro clima potrebbero determinare la presenza di turisti in tutte le stagioni, che creerebbe certamente un fermento anche economico che potrebbe infrangere la stasi (regresso?) attuale.

Quanto prospettato “in nuce” ci sembra alquanto verosimile e, se si verificasse, porterebbe ricchezza nel Comune.

Perché non sperimentarlo?

Giuseppe Varia


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