Una settimana di conversazione con il consigliere comunale Vincenza Murania sull’Unione dei Comuni “Valle del Belice”

PARTANNA – L’Unione dei Comuni della Valle del Belice è stata costituita il 3 maggio 2004 tra i Comuni di Gibellina, Partanna, Poggioreale, Salaparuta e Santa Ninfa.

L’Unione ha sede legale a Partanna e sede operativa a Santa Ninfa.

Le funzioni che i Comuni aderenti hanno attribuito all’Unione sono le seguenti: Protezione civile, Espropriazioni, Attività legale, Formazione del personale, E-Government, Nucleo di Valutazione, Controllo di gestione, Promozione dei prodotti tipici locali.

Una settimana di conversazione con il consigliere comunale Vincenza Murania sull’Unione dei Comuni “Valle del Belice”

1. Lei è una veterana dell’Unione dei Comuni, come valuta questa esperienza?

L’Unione è un fallimento politico per l’intero territorio, un sogno che si è infranto sugli scogli della burocrazia. Quando sono arrivata all’Unione ero “inesperta ed ingenua”, alla mia prima esperienza istituzionale. Credevo che unendo le sinergie dei cinque comuni avremmo migliorato le condizioni sociali, economiche e culturali di un intero comprensorio. Per i primi tre anni della mia esperienza il Consiglio dell’Unione è stato attivo ed operante svolgendo una funzione di contrappeso nei confronti della Giunta; ciò anche grazie alla presenza di Presidenti del Consiglio autorevoli. Da questa sinergia sono nate iniziative come il Fiore del Sapore ed il Circuito delle Sagre da programmare tempestivamente ed in un’unica “soluzione”, con cadenze precise e concordate tra i Comuni Unionisti, al fine di evitare la “concorrenza” tra i vari eventi. Grazie a questo spirito si sono realizzati i “grandi eventi unici comuni” che hanno dato visibilità all’Unione ed al territorio dalla stessa rappresentato. Poi, ad un certo punto, le iniziative e le proposte avanzate dai consiglieri hanno cominciato ad essere messe da parte, archiviate nel silenzio generale, per poi passare nel dimenticatoio. Nonostante ciò, ho voluto fidarmi dei “colleghi più anziani” che affermavano che all’Unione non esistevano né minoranze né maggioranze, ma soltanto il bene comune, e che la situazione era transitoria, dovuta ad una carenza di fondi, piuttosto che a difetti della struttura. Poi, prima della fine della precedente legislatura, mi sono accorta che erano solo parole. In realtà, il sistema Unione stava dietro le belle parole, ed era basato su “orti” e posizioni acquisite che chi aveva il “potere” non ha mai “veramente” voluto modificare.

2. Ma se l’Unione è un fallimento, perché ha voluto ripetere l’esperienza?

murania tDi solito chi formula questa domanda è un avversario che mi vedrebbe ben volentieri lontana dalla politica. La risposta è logica e semplice: è stato il gruppo di minoranza a scegliermi perché avevo esperienza. Avevo impiegato i primi due anni della precedente legislatura a capire il funzionamento del sistema Unione ed i suoi complessi ingranaggi. Dopo la difficile campagna elettorale del 2013, la mia assenza dall’Unione avrebbe costituito un favore per i miei avversari. Ma in realtà la questione è molto più complessa. Il consigliere Bevinetto mi ripete spesso “Chiediti perché all’Unione mandano sempre nuove leve”. Io sorrido, ed adesso chiedo a lei, come cittadino, ma soprattutto come giornalista attento ai problemi dell’Unione: “A chi conviene che all’Unione non esista una memoria storica ed arrivino anche all’interno della stessa legislatura “consiglieri ingenui ed inesperti” che si fidano ciecamente delle “parole” dei cinque sindaci?”.

 3. Consigliere Murania, a chi conviene che all’Unione non esista una memoria storica e che vi sia un turn over.

Credo che la convenienza sia di tutti i soggetti politici, istituzionali e burocratici coinvolti nel sistema, ma la responsabilità è prettamente politica. Credo che esista un sistema interno alle singole forze politiche di maggioranza di ciascun paese per cui non è un “bene” mandare veterani all’Unione. Anzi, è meglio avere consiglieri ingenui, come lo ero io nel 2008/2010, consiglieri che non conoscono ancora regolamenti e fonti del sistema Unione e delle sue risorse. Consiglieri che non conoscono le potenzialità dell’Unione e allo stesso tempo non sospettano delle sue inefficienze. Consiglieri che si fidano ad oltranza delle parole dei sindaci che da anni ripetono come un mantra: “o si cambia o si chiude”; oppure: “o l’Unione inizia a funzionare o è meglio staccarle la spina”. Molti consiglieri, di fronte ai tempi biblici ed ai meccanismi farraginosi dell’Unione, si arrendono. Guardando gli statini delle presenze dei consiglieri comunali, recentemente pubblicati, si accorgerà che prevale l’astensionismo. Forse aveva ragione l’ex Presidente Gentile che ha affermato che le “postazioni” all’Unione rappresentano un contentino per gli scontenti interni e servono a fare passerella (vedasi sistema di rotazione adottato in almeno due dei tre comuni unionisti nell’ultimo scorcio di legislatura), facendo venir ancor di più meno la stabilità ad un’istituzione già di per sé fragile. Le minoranze di ciascun Comune, invece di fare squadra per essere da contrappeso al potere della Giunta, di fronte alle lentezze ed alle inefficienze della struttura, molto spesso si arrendono e gettano la spugna. Esistono poi, consiglieri che si nascondono dietro affermazioni del tipo: “senza l’Unione non sarebbe possibile fare controllo di gestione”, “avere un OIV unico”, “in fondo, l’esercizio in forma associata attraverso l’Unione consente il risparmio di risorse economiche”. In realtà, attraverso le convenzioni si possono già esercitare servizi in forma associata in modo efficace, efficiente ed economico. L’Unione dovrebbe andare oltre. Dovrebbe servire a fare fronte comune, a poter parlare con un’unica voce. Questo però significherebbe togliere visibilità al singolo sindaco. Forse un esempio potrà essere efficace. Nel 2013, avevo chiesto che l’ufficio legale fosse attivato anche attraverso l’istituzione di un albo unico di professionisti a cui poter attingere. L’ufficio legale unico, come regolamentato nel 2008, non è mai stato realmente attivato perché non c’è mai stata la volontà politica dei sindaci. Così di fronte alle mie pressioni, contro un sistema ambiguo, la Giunta ha optato per la retrocessione, ovvero ogni giunta nomina il suo legale, come ha fatto negli ultimi 10 anni nonostante il servizio fosse stato “formalmente trasferito all’Unione”. Nulla è, dunque, sostanzialmente cambiato, ma il dato politico è che la Giunta ha deliberato, sul punto, solo quest’anno, ovvero dopo due anni che avevo messo per “iscritto” le mie perplessità, senza dimenticare, che nei precedenti due anni, tantissimi consiglieri, avevano segnalato “verbalmente” la questione. Retrocessione significa che ciascun consiglio comunale dei cinque comuni dovrà esprimersi. Ancora ad oggi, dopo mesi, la delibera di retrocessione non è stata trattata a Santa Ninfa e, penso, in nessuno degli altri Comuni. Devo rimettere la questione per “iscritto”? Certo, lo farò, ma non all’Unione.

4. A quanto pare, le cose sono molto più complesse, si è mai chiesta, se all’Unione funzionassero al massimo tutti i servizi, politicamente chi ci guadagnerebbe?

Vincenza Murania 2Certo. E’ stavolta la risposta è secca. I consiglieri che vi siedono ed il territorio. Di sicuro il Presidente della Giunta di “turno”. Ma la turnazione è annuale, nemmeno il tempo di scrivere la relazione iniziale, che è già l’ora di fare spazio ad un altro. Purtroppo, ormai anche la relazione iniziale è una chimera, sono almeno tre anni (e tre sindaci) che non si sente l’esigenza di presentarla e pochi i consiglieri che la chiedono dal momento che la richiesta viene quasi avvertita come una mancanza di fiducia “personale”. Inoltre, ad eccezione di qualche consigliere testardo, sembra che anche le modifiche a statuto e regolamento siano un “affronto” personale. Se il Consiglio fosse compatto nel fare certe “richieste politiche”, forse oggi l’Unione funzionerebbe meglio. Ed ancora, secondo me, se il Presidente del Consiglio durasse in carica per l’intero mandato, senza essere “nominato” o meglio “indicato” dalla maggioranza del Comune a cui spetta la turnazione e se il Presidente della Giunta non dovesse lasciare la sua programmazione “annuale” nelle mani di un altro sindaco, ma potesse raccoglierne anche i frutti, avremmo “posizioni istituzionali” “forti ed autorevoli” che rispondono al Consiglio dell’Unione. Può darsi che la mia tesi sia sbagliata, ma mi chiedo perché si ha paura di cambiare le regole e si sbattono i pugni sul tavolo, come se affrontare la questione significasse ledere diritti fondamentali? Essere Presidente della Giunta e/o del Consiglio, è un diritto del singolo Paese o invece dovrebbe essere un dovere nei confronti dell’Intero territorio? Eppure il parere sulle modifiche proposte dalla sottoscritta e dal consigliere Vella (attuale vicesindaco di Poggioreale), richiesti dal consigliere Bevinetto, dopo oltre tre anni, sono arrivati solo successivamente ad un intervento dalle alte sfere, a fronte di una richiesta di intervento delle autorità vigilanti competenti fatta per “iscritto”, con una risposta delle stesse, oserei dire, al “vetriolo”.

 5. A questo punto, mi chiedo, se Voi amministratori locali siete consapevoli che all’Unione avete poteri di iniziativa e controllo, che prescindono dall’appartenere al singolo Paese e che incidono su un’intera Valle, e che questo è lo spirito delle moderne Unioni dei Comuni?

Personalmente ne sono pienamente consapevole. Ma occorre sottolineare che dopo l’iniziativa consiliare viene la fase esecutiva. Le faccio un esempio pratico. Non parlerò né della DECO sulla cipolla partannese (iniziativa sostenuta a livello di Unione dall’attuale Vice sindaco di Poggioreale, e per anni trascinata e poi dimenticata), né della mozione sulla promozione dei prodotti tipici locali del 2010 (con cui si voleva creare un target unico per il circuito delle sagre da promuovere contestualmente anche attraverso cartelloni all’aeroporto di Birgi); non le parlo di queste iniziative perché ormai nessuno le ricorda tranne gli addetti ai lavori, e la loro mancata realizzazione è stata giustificata dalla “Giunta” dal sempre più scarso intervento “economico” della Regione. Le voglio, invece, parlare di un altro caso: se si ricorda, un anno fa, ho sostenuto la mozione dei consiglieri Partannesi per creare un sistema informatico innovativo che permettesse ai cittadini di avere tutte le informazioni relative ai Comuni che fanno parte dell’Unione Valle Del Belice, attraverso un’app per tablet e smartphone che mettesse in circolo informazioni, in modo da fornire ai cittadini, a coloro che vivono all’estero e, soprattutto, a coloro che visitano i nostri territori, un servizio innovativo e completo, al fine di favorire la conoscenza degli atti e degli eventi pubblici, e quindi la partecipazione democratica. La mozione, presentata a settembre 2014, non è ancora stata discussa dal Consiglio. L’ultima volta per trattare le interrogazioni ho dovuto chiedere l’intervento della Commissione Accesso Agli Atti della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Devo rivolgermi a Roma anche questa volta? E magari veder strumentalizzato, a livello personale, prima che politico, l’esercizio dei diritti di un consigliere comunale? Se la burocrazia bacchetta la politica è un fallimento per la rappresentatività del popolo. Se la Giunta non esegue i nostri atti di indirizzo, i consiglieri devono avere il coraggio di togliere la fiducia. Mi dica, in qualsiasi comune d’Italia, se la Giunta non esegue ciò che dice o che ha promesso di fare al Consiglio, se temporeggia, se non attua le mozioni del Consiglio, quale consigliere continua a votare favorevolmente sugli atti fondamentali quali il Bilancio? Non so se mi sono spiegata bene.

6. In realtà il discorso è molto più complesso di quanto immaginavo. Quindi è colpa del Consiglio che non mette con le spalle al muro i sindaci?

Vincenza MuraniaOgnuno ha un ruolo, un compito, una responsabilità. Chi più, chi meno, sbagliamo tutti; ma il vero errore sta nel ripetere l’errore. La mancata esecuzione delle delibere di consiglio, il mancato rispetto delle promesse fatte dai sindaci, vanno sanzionati principalmente e politicamente dal Consiglio con un voto contrario. Molti consiglieri in questi anni lo hanno fatto, ma i sindaci hanno le spalle coperte, perché sanno che esistono dei “patti tra galantuomini” da “mettere sul tavolo” quando il consiglio è titubante. In realtà dovrebbero essere i singoli consiglieri di ciascun comune a chiedersi, quando approvano i rispettivi bilanci, se è opportuno continuare a sostenere finanziariamente l’Unione dei Comuni. E voglio essere più concreta. In ogni delibera di Giunta che viene approvata, i funzionari inseriscono una clausola per cui se non arrivano i finanziamenti regionali, ciascun comune risponde per un’ulteriore quota. A gennaio 2015, la regione ha finanziato l’Unione dei comuni per gli anni 2011, 2012 e 2013 con circa € 150.000,00, per le sole sagre annualmente e complessivamente servono invece oltre € 100.000,00. Nel Consuntivo 2014, approvato (ancora) dalla sola giunta, è stata prevista, secondo me, un’entrata per l’anno 2014 da parte della regione in conto competenza di oltre 170.000,00. Secondo lei, se non arrivano le risorse dalla Regione, chi deve riempire le casse dell’Unione? Logicamente i singoli comuni. Ed allora bisogna chiedersi se il gioco vale la candela. Bisogna chiedersi se vale la pena mantenere in piedi una struttura o trovare un altro modo per esercitare i servizi insieme senza pagare i “costi fissi” del sistema. Ha letto la delibera di Giunta in merito alla partecipazione ad Expo 2015? E’ la sintesi perfetta dell’ambiguità dell’Unione. Attenzioni il passaggio: “Preso atto che la quota a carico dei comuni unionisti ammonta a complessivi € 10,500,00; di comunicare la presente decisione ai Comuni Unionisti, subordinando il formale impegno di spesa all’acquisizione da parte del Comune dell’impegno a restituire all’Unione eventuali somme che il Comitato “Expo Selinunte Valle del Belice” dovesse destinare a finalità diverse da quella di valorizzazione dei prodotti tipici del territorio”. Io, sinceramente, faccio finta di non aver capito il passaggio, ma mi sembra che il Comune di Santa Ninfa, in quanto Unionista, stia finanziando la partecipazione all’Expo, attraverso l’Unione; ma l’Unione dice: se il Comitato organizza un’attività di promozione al Castello di Rampinzeri, che rientra nella promozione del territorio, (ma non specificatamente nella promozione dei prodotti tipici), allora tu mi devi pagare la quota di partecipazione come Unionista, ma anche restituire per intero la quota relativa alla valorizzazione del tuo Castello, che non può gravare sull’Unione. Ma il Castello di Rampinzeri o il Castello Grifeo o il paese Vecchio di Poggioreale o l’ingresso al Belice sono patrimonio di un singolo Comune o dovrebbero essere trattati come patrimonio di una Valle attraverso l’Unione? La funzione dell’Unione non dovrebbe essere quella di creare “simbiosi” tra queste “opere” oppure mi sbaglio? Non le sembra contradditorio, che da un lato, si ritiene, di dover assumere a carico del bilancio dell’Unione l’onere di spesa di complessive € 10.500,00, quale quota di cofinanziamento per il servizio di promozione dei prodotti tipici del territorio dell’Unione, che verrà effettuata dal Comitato “Expo Selinunte Valle del Belice”, con la partecipazione all’Esposizione Universale Expo 2015 ed al Cluster Biomediterraneo e Padiglione Italia; e dall’altro, si dica al singolo Comune, che se c’è un’attività di promozione del territorio che interessa un bene collettivo che potrebbe “richiamare”, volendo e programmando, anche beni collettivi siti in altri Comuni Unionisti, l’impegno è solo di quel paese. Che senso ha parlare allora di Unione?

7. Come dice Marzullo, si dia una risposta alla sua ultima domanda: che senso ha parlare, allora, di Unione?

In questi anni, è mancata una programmazione strategica unitaria che coinvolgesse l’intero territorio e la delibera di giunta citata né è l’esempio lampante. E’inutile che la sottoscritta con altri consiglieri si sgoli; la realtà è, come dice il consigliere Bevinetto, che “l’ingegno è spartuto” e che a fare due più due , siamo bravi tutti. Non c’è la volontà politica “reale”, attraverso fatti concreti, di creare un percorso comune né politico né paesaggistico né culturale. Basterebbe creare un Ufficio Unico Suap o un ufficio Unico turistico. Eppure in dieci anni, nonostante le richieste “politiche”, nessuno ha posto in essere gli atti esecutivi necessari che devono partire dai singoli consigli comunali e quindi dalle rispettive maggioranze. Senza una classe politica seria, non ha senso parlare di Unione; con una classe politica che parla, parla, ma poi lascia tutto com’è, non ha senso parlare di Unione.

8. In sintesi, mi sta dicendo che, come il resto della cittadinanza, lei pensa che l’Unione è solo un carrozzone politico?

murania3Non mi sembra di aver detto questo. Anzi. L’unione era un’opportunità per rilanciare il territorio, ma è stata trasformata in un’utilità per pochi. Un Ufficio Unico composto da cinque dipendenti (di cui quattro dirigenti), che si caratterizza per la provvisorietà annuale, lei come lo vede? Come dice il Consigliere Bevinetto, hai mai visto vincere una battaglia con quattro generali ed un soldato? Perché si preferiscono i generali piuttosto che un team di dipendenti intorno ad un tavolo che lavori, trasformando l’idea dei padri fondatori in realtà? Ma il vero problema è un altro: sinceramente sono amareggiata dalle ultime scelte politiche della Giunta, in cui si nominano un altro dirigente e un altro soldato senza incrementare i servizi e senza dotare l’Unione di una pianta organica stabile, ad esempio attraverso una mobilità oppure un comando e/o un distacco. Lei parla di carrozzone politico, ma, per un anno di attività consiliare all’Unione, sia come consiglio, sia come commissione, e nove giornate sottratte al lavoro nel 2014, l’indennità di un consigliere è meno di 300,00 euro annui lordi; nel 2013, con undici sedute tra consiglio e commissioni, la somma che dovrà ancora percepire il consigliere è poco più di 300,00. Invece, le spese del personale continuano a lievitare ed incidono per oltre il 40% sul bilancio dell’Unione del 2013, ultimo consuntivo approvato, e per circa il 47% sul bilancio dell’Unione del 2014, che a breve andremo ad approvare. Le spese del personale non solo non diminuiscono percentualmente e gravano sempre più sul bilancio scarso, ma di contro non vi è una pianta organica e forse, a questo punto, temo esista l’interesse a non averla; a mantenere la “provvisorietà delle cose”. Se vuole utilizzare il termine carrozzone, per piacere, tolga il politico, perché di politico, all’Unione, c’è ben poco. Di politico ci sono cinque sindaci che continuano a ripetere “o si cambia o si chiude”, eppure non cambiamo e non chiudiamo. C’è la politica del fumo senza l’arrosto, delle parole e dei ritornelli, quella che conviene a chi il potere lo detiene.

9. Dicono che lei si arrabbia quando le cose non funzionano, ma poi si limita a fare ostruzionismo perché non ha proposte alternative da formulare; in pratica, non è governativa. E’ vero?

Anche questa domanda l’avrà scritta un avversario politico. Per i primi due anni all’Unione sono stata governativa, anche da semplice consigliere, e ci sono i verbali a parlare. Ma avevamo come Presidenti del Consiglio degli esperti-politici, in grado di ragionare funzionalmente, istituzionalmente e politicamente. Il Fiore del Sapore nacque dall’Unione delle idee di un sindaco, di un vicesindaco e della sottoscritta. Il video è presente solo sul sito del Comune di Santa Ninfa, perché? Perché questo video, che parla delle nostre terre ed eccellenze, non è stato “veramente” diffuso, anche attraverso un semplice canale YouTube, come avevano chiesto alcuni consiglieri. Il “Viaggio nel fiore del sapore: Gibellina, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Santa Ninfa”, si può guardare accedendo al sito del Comune di Santa Ninfa, ma non attraverso il sito dell’Unione; io l’ho chiesto, e con me, tanti altri. Nel frattempo ho contato almeno 5 sindaci che dicevano “faremo”, ma non ho visto un atto esecutivo. Ed ancora, l’idea di creare un laboratorio universitario per la promozione dei prodotti tipici, che aveva ottenuto il parere favorevole del rettore e che nacque dall’idea della sottoscritta e di due degli attuali assessori del Comune di Poggioreale, non era una proposta alternativa? La Commissione Bilancio è piena di proposte alternative formulate dalla sottoscritta, come ad esempio quella di realizzare un depliant con le nostre produzioni locali, l’indicazione e l’ora delle sagre collegate effettivamente in circuito. Nel mese di Agosto, l’Unione finanzierà (con un sistema molto complesso) tre sagre, quella della salsiccia a Santa Ninfa, quella dei sapori a Partanna e quella del vino e jazz a Salaparuta. I sindaci hanno fatto le delibere e le convenzioni, senza passare dal consiglio, ed ancor peggio, i consiglieri non sono convocati dal mese di febbraio, eppure prima dell’attività di promozione, secondo il nostro regolamento doveva essere convocato il consiglio per dare direttive alla giunta. A parte i tecnicismi per cui occorrerebbe chiedersi se è legittimo deliberare in assenza di bilancio di previsione e senza che il consuntivo sia stato discusso in consiglio, in ogni caso siamo nel campo del politicamente scorretto. Magari se qualcuno si fosse ricordato del ruolo dei consiglieri comunali, noi avremmo potuto ricordare ai sindaci quali erano gli “impegni” per un circuito delle sagre effettivo, con un target comune, ed una promozione integrale ed integrata. Avremmo potuto dare il nostro contributo. Invece l’Unione sarà presente nelle varie sagre con un minuscolo logo e con i mezzi acquistati nel corso degli anni, tipo la torre faro o il mezzo antincendio o ancora le transenne. I cittadini però nemmeno se ne accorgeranno, addirittura forse nemmeno lo sanno. All’Unione dei Comuni sono stata governativa, ma se per governativa si intende tacere di fronte alle disfunzioni, non lo sono. All’Unione, di soluzioni, non ne ho viste sul tavolo; ho ascoltato quattro chiacchiere per gettare fumo negli occhi; ho sentito frasi fatte ripetute ad oltranza dai presidenti che si sono alternati. La soluzione, secondo me, esiste ed è semplice. I sindaci diventino “governativi”. Modifichiamo le regole, diamo stabilità politica, creiamo un team di dipendenti a servizio dell’ente e della Valle, apriamo le porte dell’Unione alla cittadinanza per operare in massima trasparenza.

10. A proposito di trasparenza, le chiedo, quando potremmo vedere le dirette streaming del Consiglio dell’Unione?

murania sA luglio 2014 il Consiglio dell’Unione ha impegnato il Presidente della Commissione Affari Istituzionali ad attivarsi affinché venga garantita la trasmissione, in diretta streaming, delle sedute consiliari del Consiglio dell’Unione e delle Commissioni Permanenti istituite; ha impegnato, inoltre, il Presidente del Consiglio a trasmettere l’ordine del giorno approvato all’Ufficio Unico dell’Unione al fine di predisporre gli atti necessari per la trasmissione delle sedute consiliari dell’Unione in diretta streaming. A distanza di un anno, non solo la Commissione affari istituzionali non ha statuito sul punto, ma, addirittura, si è riunita solo dietro pressione del consigliere Bevinetto e dopo un duro scontro. Infine, i dirigenti, dietro le pressioni dei consiglieri firmatari dell’ODG, hanno dichiarato che la rete informatica dell’attuale sede operativa non è idonea. Secondo lei è possibile che nessuno ricordi che il Consiglio dell’Unione si può svolgere in forma itinerante e che, quindi, è possibile avvalersi anche delle strutture, ad esempio, del Comune di Partanna e/o Gibellina? Politica 0 – Burocrazia 1, per chi ama i termini calcistici. Un altro consigliere avrebbe gettato la spugna. Io li aspetto al prossimo consiglio. Una memoria storica serve a questo. E soprattutto, occorre chiedersi, a chi conviene che le nostre sedute non vengano trasmesse? A chi conviene continuare a dire che la responsabilità, se l’Unione non funziona, è di tutti? Io posso preannunciare che sono disponibile a votare un regolamento come quello di cui è dotato il Comune di Partanna; ma, se al prossimo consiglio non ci sarà all’ordine del giorno il regolamento per la diretta streaming, alle parole sostituirò i fatti e manderò tutto alla Commissione per l’accesso agli atti, e vediamo di chi è o sarà la responsabilità di non aver eseguito un atto del Consiglio.

11. Commissione Bilancio. Un anno fa è stata eletta Vice-Presidente. Un riconoscimento politico oppure un “contentino” vecchio stile.

Non mi sono chiesta cosa fosse. Sono stata nominata dal Presidente, Santo Corrente, con l’avallo degli altri componenti. Non propendo né per l’una, né per l’altra tesi. Esercito il mio ruolo sempre con lo stesso spirito di servizio; in fondo ero una donna di partito ed ho imparato che, quando ti chiamano, tu vai per fare onore a te stessa e alle persone che ti hanno eletta. Ma anche le Commissioni stando andando alla deriva: fino alla presidenza Urso (attuale assessore del Comune di Poggioreale), la Commissione era attiva, esercitando un ruolo propositivo nei confronti del Consiglio; oggi, non si riesce nemmeno a concordare una giornata per assicurare la presenza del Vice-Presidente o per avere il numero legale, ma magari, è solo un caso, che da anni chiedo che le sedute si svolgano di pomeriggio e nella maggior parte dei casi vengano fissate di mattino.


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