L’addio di Tino Traina a Paola Grassa

CASTELVETRANO – È morta a Castelvetrano Paola Grassa, 84 anni, 60 almeno dei quali dedicati con grande impegno all’insegnamento, docente di lettere negli istituti superiori, dedicati allo studio, alla scrittura, alla Poesia, all’indagine storico-archeologica della sua amata Selinunte, divulgandone la conoscenza. Ma ciò che la morte ha portato via sono delle spoglie consunte dalla sofferenza e dalla malattia, ben poca cosa rispetto a quello che Paola ha lasciato, che ci ha lasciato come patrimonio culturale, come senso del dovere, come onestà intellettuale, come maestra di vita comunitaria, come educatrice di generazioni intere di studenti, nella la sua lunga vita come insegnante, una delle prime insegnanti al liceo scientifico di Castelvetrano, nei primi anni sessanta del secolo scorso. Ed è questo che dobbiamo ricordare di Paola e di ognuno che muore: ciò che lascia, perché è nella misura di ciò si lascia come patrimonio dell’anima che si vince la morte o si è vinti dalla morte. Ho sempre affermato, perché da sempre convinto, che tutti gli uomini nascono con un’indole poetica e lo dimostrano i bambini dai tre ai dieci anni con quella festa di parole, di neologismi, per la pulsione all’uso allitterativo e musicale della parola, per lo stupore che li coglie quando guardano il mondo, che tanto ricorda “l’urto del prodigioso” che la poesia sa dare. Ed era questa l’indole di Paola, quell’indole dalla quale nasce il Poeta, quando coltivata e affinata con la dedizione allo studio dei grandi poeti e scrittori e condotta fino alla consapevolezza di sé, nasce cioè quella figura straordinaria e speciale che è capace con la parola, con la sola forza nominativa della parola, di mostrarci che non tutta la realtà si esaurisce qui, ma che esiste l’Altro e l’Altrove, che è capace di tentare il guado tra ciò che possiamo dire e ciò che vogliamo dire, che è capace, nel rapimento estatico della creatività, di parlare con Dio. Questo era Paola, scrittrice e Poetessa, che credeva nella capacità premonitrice dei sogni e nella forza terapeutica della scrittura creativa, autrice di: “Elogio del fumo”, lettera semiseria e satirica; “L’isola delle A-mazoni”, romanzo sulla problematica sociale del carcinoma della mammella; “Malophòros di Selinunte” e ”Selinunte…la sfida della bellezza”, opere di notevole interesse storico-archeologico; “Le spighe di Rut” e “Il sogno di Giona”, romanzi biblici sull’attualissimo tema delle migrazioni; “Dalle stanze della memoria” insieme di racconti che riportano fatti realmente accaduti, tra cui un sequestro di persona dell’immediato dopoguerra, il dramma personale della mamma di Peppino Impastato, lacerata tra connivenze e legalità, e tanti altri; “Canti dall’Isola” e “Cantami Musa”, raccolte poetiche in lingua e dialetto dove mito, storia, natura si intrecciano in una forte connotazione lirica. Opere che hanno dato lustro a Castelvetrano, alla Sicilia e soprattutto a Selinunte per cui nutriva un amore sconfinato e che aveva saputo avvolgere, nelle sue opere, di un’atmosfera mitica e favolosa. Opere che sono state adottate negli Istituti Superiori di Castelvetrano, Palermo, Siracusa per il loro valore storico-archeologico, per il loro valore educativo e d’impegno sociale, per il loro valore letterario. Opere per le quali Paola Grassa merita certamente un riconoscimento nella toponomastica cittadina. Ho avuto l’onore di starle a fianco, coinvolti in impegni culturali comuni quali la stesura in unica raccolta delle opere del compianto prof. Rosario Di Bella, gli incontri nella giuria del Premio di Poesia “Città di Partanna”, la prefazione e presentazione del suo libro “Il sogno di Giona” e molti altri incontri che il covid e l’aggravarsi della sua malattia hanno purtroppo interrotto e ridotto a contatti telefonici, ma dai quali sempre traspariva la sua mitezza, che era capace però di trasformare in orgoglioso disappunto quando ne ravvedeva la necessità, anche pubblicamente, e poi la sua umanità e ultimamente il suo dolore per la morte della cara sorella Giovanna. Addio cara Paola, una grande gioia averti conosciuta, non ti dimenticherò.

Tino Traina


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