Le classi della Scuola Primaria e Secondaria dell’I.C. “Radice – Pappalardo” ascoltano l’emozionante storia di Irina Risha Pysareva

CASTELVETRANO – Dopo la raccolta fondi che la scuola ha promosso in favore dei bambini ucraini e che ha consentito di versare all’UNICEF la somma di € 1.850,00, nei giorni scorsi le classi V dei plessi Verga e Lombardo Radice e III dei plessi Pappalardo e Medi hanno avuto modo di partecipare ad un laboratorio di storia senza precedenti; infatti hanno incontrato in modalità on line Irina Risha Pysareva, profuga dell’Ucraina attualmente domiciliata a Partanna. La signora Irina ha raccontato la sua vita trascorsa vicino a Kiev, la sua infanzia, la sua adolescenza e il suo primo viaggio in Italia, all’età di undici anni insieme a moltissimi bambini e ragazzi ucraini accolti in Sicilia dopo l’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl. Trascorrono diversi mesi nella nostra terra, baciati dal sole e nella spensieratezza. Irina viene ospitata a Partanna dalla famiglia Asaro a cui si affeziona talmente tanto da ritornare negli anni successivi. Cresce, si sposa e dà alla luce un bambino, tornando più volte in Sicilia, mantenendo stretti rapporti con la famiglia e gli amici partannesi. Non può immaginare che un giorno ritornerà nel momento più drammatico della sua vita. Era il 24 febbraio quando la Russia attaccava l’Ucraina. Le sembrava impossibile, ma purtroppo si stava avverando ciò che per mesi aveva temuto. Lei e i suoi cari trovano rifugio in un bunker di proprietà dei suoi vicini di casa, ma le bombe esplodono sempre più vicino. La paura è tanta, ma non deve farsi prendere dalla disperazione, non può. C’è lui, il suo piccolo a cui non far trapelare nulla…Cosa fare? Dopo due giorni di atroci dubbi Irina decide di partire in auto insieme alla sua mamma e al suo bambino accompagnati fino alla frontiera slovacca da suo marito, che bloccato dovrà lasciarli andare da soli. Un lungo e forte abbraccio, un arrivederci a presto. Da quel momento ha affrontato con grande determinazione un viaggio lungo ed estenuante e dopo otto giorni è arrivata a Partanna. Ad attenderli lo stesso paese, gli stessi amici e la “sua seconda famiglia”. Adesso Irina sta aiutando, non soltanto i suoi amici, ma anche tanti altri suoi connazionali a scappare dalla guerra per raggiungere la Sicilia. Dopo aver finito il suo racconto, ha risposto alle numerose domande dei ragazzi che avevano ascoltato con molta attenzione ed emozione. Irina ha concluso dicendo che non ringrazierà mai abbastanza chi sta facendo tanto per lei, ma che non vede l’ora che tutto finisca per poter tornare ad abbracciare il suo amato marito e il papà.
Una vera lezione di vita che emerge dal racconto di Irina, ma anche una pagina di storia alla quale ancora non è stata messa la parola fine. I ragazzi hanno imparato, come emerge dalle loro domande che nulla va dato per scontato: gli affetti familiari, la serenità di vivere in uno stato democratico, di poter incontrare gli amici, di non sentirsi minacciati da un popolo fratello e sempre in bilico tra la vita e la morte, che può sopraggiungere in qualsiasi momento se si vive in zona di conflitto. La guerra nelle strade e le vittime civili sono immagini che nel 2022 sono anacronistiche, specie dopo che l’umanità ha vissuto due guerre mondiali ed altri conflitti più o meno vicini; ma sembra che l’uomo non impari mai dai suoi errori e ripercorre in modo scellerato i passi verso la guerra, che non si ha neanche il coraggio di chiamare per nome, mascherandola sotto il nome di “operazione militare”, come se questo lenisse le sofferenze o sminuisse l’atrocità della situazione in Ucraina.
Grazie Irina per aver consentito agli alunni di far crescere la consapevolezza che il futuro dipende dalla pace fra gli uomini, un messaggio che trova, nella S. Pasqua imminente, una naturale collocazione.


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