On. Pullara:”Il Recovery Fund purtroppo appare un’occasione ormai quasi persa dal Governo regionale”

PALERMO – L’on. Pullara ci ha inviato il seguente comunicato:

“Forse sarò una voce fuori dal coro. Sì certamente, una voce fuori dal coro della politica però, certamente, sarò una voce del coro della gente. La politica o più esattamente taluni politici, chiusi nel Palazzo o nei Palazzi, si staccano dal vissuto quotidiano e soprattutto dall’ascolto della gente – dichiara l’on. Pullara, Presidente e Segretario politico di ONDA – Movimento popolare e regionalista”.

Chi come me viaggia spesso per la Sicilia, sia che percorra autostrade, per esempio la Palermo–Catania o la Messina–Palermo solo per fare qualche esempio, sia percorra le strade delle nostre Province, o malauguratamente decide di prendere il treno per spostarsi, comprende bene, per dirla in termini comprensibili a noi siciliani almeno gli altri non ci capiscono, che “nun avemmu l’acqua e u sali e pinsammu a u caviali”.

Ma se vogliamo ergerci a un dire più intellettuale potremmo utilizzare la frase a me molto cara secondo cui “l’ottimo è nemico del buono”, o ancor meglio mutuando quella di Voltaire, che mi pare più adatta al caso di specie “il meglio è nemico del bene”.

Il bene per questa nostra terra è la faraonica opera del Ponte dello stretto, o quella di una rete stradale e ferroviaria, portuale ed aeroportuale che porti la Sicilia nelle medesime condizioni economiche, non dico degli Stati europei ma almeno a quelle delle regioni del nord Italia?!

L’inseguire il meglio ci ha fatto perdere di vista il bene con la ricaduta pesante della poca considerazione nel Recovery Fund del Governo Draghi, salutato da tutti tranne che dal sottoscritto come il Governo della svolta – evidenzia l’on. Carmelo Pullara, Presidente e Segretario politico di ONDA – Movimento Popolare Regionalista.

Il Governo regionale si è presentato chiedendo opere faraoniche, ma perdendo di vista le opere essenziali sul piano della viabilità. Certo, poi sono arrivate le rassicurazioni verbali, ma di scritto non abbiamo visto nulla”.


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