Protesta il Sindacato per i troppi eventi critici nel Carcere Minorile di Palermo

PALERMO – Continuano a verificarsi, con inquietante periodicità, gli eventi critici nel carcere minorile Malaspina di Palermo e protesta con veemenza il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe): “Ogni giorno contiamo eventi critici: risse, aggressioni, atti di prepotenza, colluttazioni”, denuncia Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “É il momento che Direttore e Comandante di Reparto dell’Istituto penale per minorenni Malaspina di Palermo inizino a pensare innanzitutto all’ordine e alla sicurezza dell’istituto e a valorizzare l’ottimo operato del Personale di Polizia in servizio che, purtroppo, viene continuamente demotivato a causa di una gestione del personale che sembra ormai essere del tutto inappropriata ed alla mancata attenzione che la stessa catena di comando, rivolge alle aspettative del personale ed alle prerogative sindacali”. Capece torna a denunciare come “quel che avviene mesi nell’IPM di Palermo è inaccettabile! Cosa aspettano ad intervenire i responsabili della sicurezza del distretto minorile siciliano?”. E si rivolge in particolare al Capo del Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità Antonio Sangermano: “Al Capo Dipartimento Sangermano rinnoviamo l’invito ad incontrare il SAPPE per affrontare i temi che sono nella sua delega, cioè i detenuti, malati psichiatrici, riorganizzazione istituti, media sicurezza, detenuti adulti presenti nei penitenziari per minori, impennata di eventi critici. Ma chiediamo anche l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”. Per questo, il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria non esclude clamorose forme di protesta dei poliziotti: “perché ormai il tempo delle interlocuzioni è finito: in questi ultimi anni ci siamo recati in ogni istituto di pena del Paese, per adulti e minori, abbiamo pazientemente ascoltato il personale, abbiamo scritto e riscritto alle varie Autorità competenti, ma ci rendiamo conto che chi di dovere non ha ancora intrapreso le iniziative che abbiamo richiesto e che ci aspettavamo”.


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