Resa dei conti in carcere, sedata sul nascere dal personale della polizia penitenziaria”

TERMINI IMERESE – Si erano attrezzati con armi improprie di ogni tipo per una resa dei conti tra detenuti, nordafricani da una parte ed italiani dall’altra, all’interno del carcere di Termini Imerese e fuori della struttura detentiva erano schierati anche reparti della Polizia di Stato e dei Carabinieri in tenuta anti sommossa. “Ma non è stata affatto una rivolta ma una resa dei conti tra gruppi di detenuti nord africani ed italiani che si sono affrontati armati di bastoni, ricavati dalle gambe dei tavolini”, ricostruisce Calogero Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Tenuto conto dell’esiguo numero di poliziotti penitenziari presenti in quel momento nel carcere, i disordini hanno fatto scattare il dispositivo di sicurezza per il quale, oltre ad essere richiamati in servizio tutti gli agenti effettivi (che sono accorsi numerosi), sono arrivati anche reparti della Polizia di Stato e dei Carabinieri in tenuta anti sommossa. Fortunatamente, il rientro in forze dei poliziotti penitenziari e la presenza all’esterno di Polizia di Stato e Carabinieri, sono stati sufficienti come deterrente per i facinorosi, che alla fine hanno deciso di desistere senza gravi conseguenze”.

“Un grande apprezzamento per la professionalità, l’abnegazione ed il senso del dovere va rivolto al personale di Polizia Penitenziaria tutto di Termini Imerese, accorso in servizio anche se in riposo e in ferie saputo della criticità in atto. M a cosa più grave che emerge da questa giornata di follia”, prosegue il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, “è che nulla l’Amministrazione riesce a realizzare per eliminare queste gravi e pericolose problematiche. Tale situazione di immobilismo da parte dell’amministrazione penitenziaria sta mettendo a dura prova il lavoro della Polizia Penitenziaria, tanto che come SAPPE stiamo decidendo di dare vita a breve ad eclatanti azioni di protesta per manifestare il proprio disagio lavorativo”. Per questo, il leader del SAPPE “auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue aggressioni al personale oramai all’ordine del giorno”. E si rivolge in particolare al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo: “Al Capo DAP Russo rinnoviamo l’invito ad incontrare il SAPPE per affrontare i temi che sono nella sua delega, cioè i detenuti, malati psichiatrici, riorganizzazione istituti, media sicurezza. Ma chiediamo anche l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la Polizia Penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”. Per questo, il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria non esclude clamorose forme di protesta dei poliziotti: “perché ormai il tempo delle interlocuzioni è finito: in questi ultimi anni ci siamo recati in ogni istituto di pena del Paese, per adulti e minori, abbiamo pazientemente ascoltato il personale, abbiamo scritto e riscritto alle varie Autorità competenti, ma ci rendiamo conto che chi di dovere non ha ancora intrapreso le iniziative che abbiamo richiesto e che ci aspettavamo”.


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